Il responsabile prodotto di Alchemy, Mike Garland, ritiene che la prossima fase di adozione del Web3 sarà guidata da applicazioni in cui gli utenti non si rendono più conto che è coinvolta una blockchain.
Per lui, le innovazioni tecniche degli ultimi due anni – L1 scalabili, rollup affidabili e spazio nei blocchi in eccesso – contano molto meno rispetto alla capacità del settore di nascondere la complessità agli utenti finali.
La UX invisibile emerge come la vera chiave per l’adozione mainstream del Web3
In un’intervista con Yellow.com, Garland sostiene che l’onboarding resta il principale punto di attrito del settore.
«L’esperienza antiquata di dover scaricare un wallet, comprare un token, spostare fondi, leggere la documentazione e solo alla fine usare un’app è assurda», ha detto.
A suo avviso, i wallet integrati rappresentano il cambiamento cruciale: si effettua l’accesso con email o dati biometrici e, dietro le quinte, viene creato un wallet non-custodial. Gli utenti non scelgono le chain, non gestiscono il gas e non si occupano delle seed phrase: semplicemente usano l’app.
Garland paragona il futuro della UX Web3 a Internet: gli utenti non pensano a protocolli, instradamento o infrastruttura. Nel Web3 questi livelli sono ancora esposti. Secondo lui, devono scomparire perché inizi una vera adozione consumer.
Il problema non è la scalabilità, ma l’onboarding degli utenti
Nonostante le narrazioni persistenti sulla scalabilità della blockchain, Garland sostiene che il collo di bottiglia sia cambiato.
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I miglioramenti di affidabilità di Solana e l’ecosistema di rollup di Ethereum hanno creato più spazio nei blocchi di quanto richiedano oggi i casi d’uso.
«La scala è già lì. Quello che manca sono le applicazioni reali che ne hanno bisogno», ha detto.
Vede la finanza tradizionale come il prossimo grande catalizzatore, con banche e società di pagamenti che preparano prodotti basati su blockchain dopo anni di incertezze regolatorie. Questi lanci potrebbero raggiungere “decine o centinaia di milioni” di utenti, ma solo se gli sviluppatori all’interno di queste istituzioni apprenderanno abbastanza bene le basi del Web3 da poter rilasciare prodotti con sicurezza.
La finanza tradizionale prepara prodotti on-chain che potrebbero raggiungere milioni di utenti
Il profilo del builder Web3 sta cambiando, afferma Garland, poiché sviluppatori software esperti provenienti da gaming, fintech e settori enterprise costruiscono utilizzando le primitive blockchain senza una profonda competenza di protocollo.
Questo esercita pressione sull’infrastruttura, che deve astrarre la complessità senza cancellare le capacità uniche che rendono preziosi gli ecosistemi multi-chain.
Guardando al futuro, Garland vede nel denaro programmabile la categoria di opportunità più profonda.
Che alla fine prevalgano i team nativi DeFi o le istituzioni tradizionali, lui ritiene che il fattore decisivo sarà chi saprà combinare distribuzione e UX blockchain fluida e invisibile.
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