Il Ministero della Giustizia di Taiwan ha reso noto di detenere 210,45 Bitcoin (BTC) sequestrati in procedimenti penali al 31 ottobre.
Il deputato Ko Ju-Chun ha rivelato la cifra il 18 dicembre, affermando che tali disponibilità potrebbero collocare Taiwan all’ottavo posto al mondo tra i governi che detengono Bitcoin.
La rivelazione arriva mentre a Taiwan è in corso un dibattito sulla possibilità di creare una riserva strategica di Bitcoin utilizzando criptovalute confiscate.
Cosa è successo
Il Ministero della Giustizia di Taiwan ha confermato di detenere 210,45 BTC, per un valore di circa 18 milioni di dollari ai prezzi attuali.
Ko Ju-Chun, vicepresidente del Caucus USA-Taiwan, ha richiesto la divulgazione nell’ambito di interrogazioni parlamentari.
I Bitcoin rappresentano solo una parte delle criptovalute sequestrate da Taiwan.
Il totale degli asset digitali confiscati supera 1,3 miliardi di NT$, includendo 17,46 milioni di USDT e 2.429 Ethereum (ETH).
Le autorità non hanno annunciato piani per liquidare i Bitcoin sequestrati.
Le disponibilità derivano dalla repressione di Taiwan contro i reati legati alle criptovalute.
Ad agosto, i pubblici ministeri hanno incriminato 14 persone nel caso dell’exchange BitShine per aver frodato 1.539 vittime per 1,27 miliardi di NT$ tra gennaio 2024 e aprile 2025.
A inizio novembre, i procuratori di Taipei hanno fermato 25 persone e sequestrato 4,5 miliardi di NT$ in beni legati alla Prince Holding Group della Cambogia.
Il gruppo avrebbe gestito compound di lavoro forzato impegnati in truffe in criptovalute.
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Perché è importante
La divulgazione di Taiwan la colloca tra i governi che detengono Bitcoin tramite l’attività di contrasto alla criminalità piuttosto che tramite acquisti strategici.
Il governo taiwanese ha promesso di pubblicare entro fine 2025 un rapporto di valutazione sulla fattibilità di convertire i beni sequestrati in riserve strategiche.
Ko Ju-Chun ha promosso l’idea che Taiwan consideri il Bitcoin come parte delle riserve nazionali.
Qualsiasi proposta di riserva strategica richiederebbe l’approvazione legislativa e il coordinamento tra più agenzie.
La banca centrale di Taiwan, parallelamente, ha spinto per una supervisione più rigorosa delle stablecoin, chiedendo il potere di vigilare sugli emittenti.
Il progetto di Virtual Asset Services Act della Financial Supervisory Commission ha superato una prima revisione in sede di gabinetto.
L’approccio di Taiwan differisce dalla strategia di El Salvador, concentrandosi sulla gestione dei sequestri derivanti dall’applicazione della legge piuttosto che su acquisti di mercato.
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