Il presidente di Strategy, Michael Saylor, ha confermato che la società è in trattative con MSCI in vista della scadenza del 15 gennaio, data entro la quale potrebbe essere esclusa dai principali indici azionari la più grande detentrice aziendale di Bitcoin al mondo. Il fornitore di indici sta valutando se le società che accumulano principalmente criptovalute assomiglino a fondi di investimento, i quali non possono essere inclusi negli indici, con il rischio potenziale di innescare deflussi per 8,8 miliardi di dollari dalle azioni di Strategy secondo le stime di JPMorgan.
Cosa è successo: il fornitore di indici rivede il modello di accumulo di Bitcoin
MSCI ha annunciato l’intenzione di decidere entro il 15 gennaio se escludere le società il cui modello di business è incentrato sull’acquisto di criptovalute, citando preoccupazioni per la loro somiglianza strutturale con i fondi di investimento che attualmente non possono essere inclusi nei suoi indici.
Strategy, che detiene Bitcoin tramite una combinazione di vendite di azioni e finanziamento tramite debito, ha attualmente posizioni negli indici MSCI USA e MSCI World. Queste inclusioni di riferimento attirano investimenti passivi tramite fondi negoziati in borsa, sostenendo sia la domanda di azioni sia la valutazione.
Le azioni della società sono scese del 37% quest’anno, una performance nettamente peggiore rispetto alla perdita annuale dello 0,6% di Bitcoin, suggerendo scetticismo da parte degli investitori riguardo alla sua strategia di vendere capitale proprio e accumulare debito per espandere le partecipazioni in criptovalute.
Saylor ha detto a Reuters, in occasione di un evento di Binance a Dubai, che la società sta «partecipando a questo processo» con MSCI, pur contestando le proiezioni di deflusso di JPMorgan. «Non farà alcuna differenza, a mio parere», ha dichiarato in merito a una possibile rimozione dagli indici.
Strategy ha rivisto lunedì le previsioni sugli utili dell’intero anno, indicando perdite fino a 5,5 miliardi di dollari rispetto a un profitto atteso di 24 miliardi previsto solo un mese prima. La revisione fa seguito al calo mensile più intenso di Bitcoin da metà 2021, registrato a novembre. Saylor ha riconosciuto l’inevitabile volatilità, osservando che «il titolo azionario sarà volatile, perché la società è costruita su un bitcoin amplificato». Ha aggiunto che, se Bitcoin dovesse scendere del 30%-40%, l’azione calerebbe ancora di più «perché l’azione è costruita per scendere».
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Perché è importante: il modello di tesoreria sotto pressione regolamentare
La revisione di MSCI minaccia un modello di tesoreria aziendale che ha generato imitatori nei mercati pubblici, con l’approccio di Strategy che ha ispirato altre società quotate ad accumulare asset digitali per offrire esposizione alle criptovalute tramite le azioni tradizionali. Gli analisti di JPMorgan hanno avvertito in una recente nota che l’esclusione solleverebbe interrogativi sui futuri costi della società e sulla sua capacità di raccogliere sia capitale proprio sia debito.
Altri fornitori di indici potrebbero seguire l’esempio di MSCI, amplificando l’impatto finanziario.
Strategy opera con una leva di 1,11 volte e potrebbe resistere a un calo del 95% del prezzo di Bitcoin, secondo Saylor. Tuttavia, i criteri proposti da MSCI escluderebbero qualsiasi società che detenga asset digitali per oltre la metà del totale dell’attivo.
Il recente crollo di Bitcoin potrebbe costringere società simili a liquidare le proprie partecipazioni, creando un’ulteriore pressione ribassista sui prezzi. Le azioni Strategy sono salite del 2,1% nel pre-market di mercoledì, mentre il sentiment più ampio di mercato mostrava un moderato miglioramento.
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