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I giganti bancari europei formano il consorzio Qivalis per il lancio di una stablecoin in euro

17 minuti fa
I giganti bancari europei formano il consorzio Qivalis per il lancio di una stablecoin in euro

Dieci grandi banche europee hanno presentato Qivalis martedì, un consorzio con sede ad Amsterdam che emetterà una stablecoin ancorata all’euro, con lancio previsto per la seconda metà del 2026. L’iniziativa rappresenta il più significativo tentativo dell’Europa di sfidare l’enorme predominio degli asset digitali denominati in dollari USA nel global stablecoin market.

ING, UniCredit e BNP Paribas anchor il consorzio, che comprende anche Banca Sella, KBC, DekaBank, Danske Bank, SEB, CaixaBank e Raiffeisen Bank International. Il gruppo ha tenuto una conferenza stampa ad Amsterdam il 2 dicembre per annunciare ufficialmente la venture, inizialmente rivelata a settembre con nove membri fondatori.

Jan-Oliver Sell, in precedenza in Coinbase Germany, sarà il CEO. Floris Lugt, responsabile asset digitali di ING, assumerà il ruolo di CFO, mentre l’ex presidente di NatWest, Howard Davies, chair della nuova società.

Il consorzio affronta una sfida imponente. Le stablecoin ancorate al dollaro rappresentano circa il 90 per cento del mercato totale, che ha raggiunto i 200 miliardi di dollari all’inizio di quest’anno. La sola USDT di Tether detiene circa 150 miliardi in circolazione, mentre la USDC di Circle commands circa 60 miliardi, secondo i dati di settore.

Cosa è successo

Qivalis sta attualmente richiedendo una licenza di Istituto di Moneta Elettronica alla Banca Centrale Olandese, che consentirà alla società di emettere moneta elettronica ai sensi delle regulations finanziarie europee. Secondo Sell, il processo di autorizzazione dovrebbe durare dai sei ai nove mesi dalla data di presentazione della domanda.

BNP Paribas si è unita al consorzio dopo l’annuncio iniziale di settembre, portando a dieci il numero di banche partecipanti, distribuite in otto paesi europei. La scelta di Amsterdam come sede colloca il progetto in una giurisdizione nota per la regolamentazione progressiva degli asset digitali e l’accesso diretto alla banca centrale olandese per le finalità di licensing.

La tabella di marcia che punta al 2026 è allineata con la piena attuazione del regolamento europeo sui mercati delle cripto-attività (MiCA). Il MiCA, entrato pienamente in vigore il 30 dicembre 2024, fornisce un quadro giuridico chiaro per gli emittenti di stablecoin e impone una rigorosa gestione delle riserve, controlli antiriciclaggio e standard di trasparenza.

La stablecoin in euro di Qivalis mira a casi d’uso che vanno oltre il trading al dettaglio. Il consorzio prevede che il token verrà utilizzato per pagamenti business-to-business, gestione della tesoreria aziendale e settlements transfrontalieri. Ogni banca membro potrà offrire ai propri clienti wallet, servizi di custodia e servizi correlati collegati al token digitale.

L’annuncio arriva mentre i decisori politici europei esprimono crescente preoccupazione per la sovranità monetaria nell’economia digitale. Il predominio dei token ancorati al dollaro ha sollevato interrogativi sulla capacità dell’Europa di mantenere l’indipendenza finanziaria man mano che i pagamenti digitali continuano a espandersi.

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Perché è importante

L’iniziativa Qivalis rappresenta una risposta strategica allo squilibrio strutturale del mercato globale delle stablecoin, dove i token ancorati al dollaro USA hanno conquistato quasi l’intero settore. Questa concentrazione ha importanti implicazioni per i pagamenti transfrontalieri, che generano estimated commissioni annuali per 120 miliardi di dollari.

Il tempismo coincide con l’accelerazione dell’adozione delle stablecoin nella finanza tradizionale. La fintech svedese Klarna ha annunciato il 25 novembre che lancerà KlarnaUSD nel 2026, costruita sulla blockchain Tempo di Stripe. Ripple ha ricevuto il 27 novembre l’approvazione dell’Autorità di Regolamentazione dei Servizi Finanziari di Abu Dhabi per la propria stablecoin RLUSD, che ora serves come collaterale verificato per prestiti e trading all’interno dell’Abu Dhabi Global Market.

L’emergere di consorzi di stablecoin guidati dalle banche riflette un più ampio cambiamento negli atteggiamenti istituzionali verso gli asset digitali. Dove un tempo le banche guardavano alle criptovalute con scetticismo, molte ora riconoscono le stablecoin come infrastruttura per modernizzare i sistemi di payment.

La chiarezza normativa offerta dal MiCA ha accelerato questo cambiamento. Il quadro richiede agli emittenti di stablecoin di mantenere il 30 per cento delle riserve presso banche commerciali a basso rischio all’interno dell’UE, percentuale che sale al 60 per cento per i players di maggiori dimensioni. Questi requisiti sulle riserve mirano a prevenire crisi di liquidità e a garantire che le stablecoin funzionino come strumenti finanziari affidabili.

La struttura del consorzio Qivalis consente alla stablecoin in euro di beneficiare della portata combinata e della credibilità regolamentare di dieci grandi istituzioni finanziarie europee. Ciò contrasta con i precedenti tentativi di stablecoin in euro, che hanno faticato a guadagnare trazione rispetto alle concorrenti denominate in dollari.

Il successo dipenderà dalla capacità di Qivalis di convincere imprese e consumatori ad adottare su larga scala pagamenti digitali denominati in euro. Il consorzio entra in un mercato in cui gli effetti di rete favoriscono fortemente le stablecoin in dollari già affermate, che beneficiano di profonda liquidità e ampia accettazione tra le piattaforme di scambio di criptovalute e la finanza decentralizzata.

La data di lancio del 2026 offre a Qivalis il tempo per costruire infrastrutture e stringere partnership, ma consente anche ai concorrenti di rafforzare le proprie posizioni. Diverse istituzioni finanziarie statunitensi stanno preparando i propri lanci di stablecoin dopo la recente clarity normativa negli Stati Uniti.

Per i responsabili politici europei, Qivalis rappresenta un banco di prova per capire se stablecoin regolamentate e garantite da banche possano conquistare una quota significativa in un settore dominato da emittenti privati. L’esito influenzerà i futuri approcci regolamentari e potrebbe determinare se l’Europa manterrà un ruolo rilevante nel panorama in evoluzione dei pagamenti digitali.

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