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I giganti bancari europei formano il consorzio Qivalis per il lancio di una stablecoin in euro

I giganti bancari europei formano il consorzio Qivalis per il lancio di una stablecoin in euro

Dieci grandi banche europee hanno presentato Qivalis martedì, un consorzio con sede ad Amsterdam che emetterà una stablecoin ancorata all’euro, il cui lancio è previsto per la seconda metà del 2026. L’iniziativa rappresenta lo sforzo più significativo dell’Europa per sfidare il predominio schiacciante degli asset digitali ancorati al dollaro USA nel global stablecoin market.

ING, UniCredit e BNP Paribas anchor il consorzio, che include anche Banca Sella, KBC, DekaBank, Danske Bank, SEB, CaixaBank e Raiffeisen Bank International. Il gruppo ha tenuto una conferenza stampa ad Amsterdam il 2 dicembre per annunciare formalmente la venture, rivelata per la prima volta a settembre con nove membri fondatori.

Jan-Oliver Sell, in passato in Coinbase Germany, sarà il CEO. Floris Lugt, responsabile degli asset digitali di ING, assumerà il ruolo di CFO, mentre l’ex presidente di NatWest, Howard Davies, chair la nuova società.

Il consorzio deve affrontare un compito impegnativo. Le stablecoin ancorate al dollaro rappresentano circa il 90 per cento del mercato complessivo delle stablecoin, che ha raggiunto i 200 miliardi di dollari all’inizio di quest’anno. La sola USDT di Tether detiene circa 150 miliardi di dollari in circolazione, mentre la USDC di Circle commands circa 60 miliardi di dollari, secondo i dati del settore.

Cosa è successo

Qivalis sta attualmente richiedendo una licenza di Istituto di Moneta Elettronica alla Banca Centrale Olandese, che consentirà alla società di emettere moneta elettronica secondo le regulations finanziarie europee. Secondo Sell, il processo di autorizzazione dovrebbe richiedere da sei a nove mesi dalla data di presentazione della domanda.

BNP Paribas si è unita al consorzio dopo l’annuncio iniziale di settembre, portando il totale a dieci banche in otto paesi europei. La scelta di Amsterdam come sede centrale colloca l’iniziativa in una giurisdizione nota per la regolamentazione progressiva degli asset digitali e per l’accesso diretto alla banca centrale olandese per le finalità di licensing.

La tempistica del lancio nel 2026 è allineata con la piena attuazione del regolamento europeo sui mercati delle cripto-attività (MiCA). Il MiCA, entrato pienamente in vigore il 30 dicembre 2024, fornisce un quadro giuridico chiaro per gli emittenti di stablecoin e impone una rigorosa gestione delle riserve, controlli antiriciclaggio e standard di trasparenza.

La stablecoin in euro di Qivalis punta a casi d’uso oltre il trading al dettaglio. Il consorzio si aspetta che il token venga utilizzato per pagamenti business-to-business, gestione della tesoreria aziendale e settlements transfrontalieri. Ogni banca membro potrà offrire ai propri clienti wallet, custodia e servizi correlati collegati al token digitale.

L’annuncio arriva mentre i responsabili politici europei esprimono una crescente preoccupazione per la sovranità monetaria nell’economia digitale. Il dominio dei token ancorati al dollaro ha sollevato interrogativi sulla capacità dell’Europa di mantenere l’indipendenza finanziaria mentre i pagamenti digitali continuano a espandersi.

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Perché è importante

L’iniziativa Qivalis rappresenta una risposta strategica allo squilibrio strutturale nel mercato globale delle stablecoin, in cui i token ancorati al dollaro USA hanno conquistato quasi l’intero settore. Questa concentrazione ha implicazioni significative per i pagamenti transfrontalieri, che generano estimated circa 120 miliardi di dollari in commissioni annuali.

Il tempismo coincide con l’accelerazione dell’adozione delle stablecoin nella finanza tradizionale. La fintech svedese Klarna ha annunciato il 25 novembre che lancerà KlarnaUSD nel 2026, costruita sulla blockchain Tempo di Stripe. Ripple ha ricevuto l’approvazione dell’Autorità di Regolamentazione dei Servizi Finanziari di Abu Dhabi il 27 novembre per la sua stablecoin RLUSD, che ora serves come collaterale verificato per prestiti e trading all’interno dell’Abu Dhabi Global Market.

L’emergere di consorzi di stablecoin guidati da banche riflette un più ampio cambiamento negli atteggiamenti istituzionali verso gli asset digitali. Se in passato le banche guardavano alle criptovalute con scetticismo, oggi molte riconoscono nelle stablecoin un’infrastruttura per modernizzare i payment system.

La chiarezza normativa del MiCA ha accelerato questo cambiamento. Il quadro richiede agli emittenti di stablecoin di mantenere il 30 per cento delle riserve presso banche commerciali a basso rischio all’interno dell’UE, percentuale che sale al 60 per cento per i players di dimensioni maggiori. Questi requisiti di riserva mirano a prevenire crisi di liquidità, garantendo al contempo che le stablecoin funzionino come strumenti finanziari affidabili.

La struttura del consorzio Qivalis consente alla stablecoin in euro di beneficiare della portata combinata e della credibilità regolamentare di dieci grandi istituzioni finanziarie europee. Ciò contrasta con i precedenti tentativi di stablecoin in euro, che hanno faticato a guadagnare trazione rispetto alle controparti denominate in dollari.

Il successo dipenderà dalla capacità di Qivalis di convincere imprese e consumatori ad adottare pagamenti digitali denominati in euro su larga scala. Il consorzio entra in un mercato in cui gli effetti di rete favoriscono fortemente le stablecoin in dollari già affermate, che beneficiano di ampia liquidità e di un’adozione diffusa tra gli exchange di criptovalute e le piattaforme di finanza decentralizzata.

La data di lancio del 2026 offre a Qivalis il tempo per costruire l’infrastruttura e stringere partnership, ma consente anche ai concorrenti di rafforzare le proprie posizioni. Diverse istituzioni finanziarie statunitensi stanno preparando i propri lanci di stablecoin in seguito alla recente clarity normativa negli Stati Uniti.

Per i responsabili politici europei, Qivalis rappresenta un banco di prova per verificare se stablecoin regolamentate e supportate da banche possano conquistare quote di mercato significative in un settore dominato da emittenti privati. L’esito influenzerà gli approcci regolamentari futuri e potrebbe determinare se l’Europa manterrà un ruolo rilevante nel panorama in evoluzione dei pagamenti digitali.

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