S&P Global Ratings ha declassato la valutazione di stabilità di Tether’s USDT alla classificazione più bassa, avvertendo che la più grande stablecoin al mondo è ora più vulnerabile a carenze di riserve se i prezzi di Bitcoin continueranno a scendere.
Il rating è stato abbassato da “constrained” a “weak”, riflettendo quella che gli analisti hanno descritto come un deterioramento nella composizione delle riserve a garanzia di USDT.
Il CEO di Tether, Paolo Ardoino, ha risposto duramente al downgrade in un post su X, affermando che la società “indossa il vostro odio con orgoglio”.
Cosa è successo
Secondo il rapporto pubblicato mercoledì, S&P ha affermato che la qualità delle riserve di USDT si è indebolita a causa della crescente quota di asset più rischiosi come Bitcoin, oro, prestiti garantiti e debito societario, insieme a persistenti lacune di trasparenza su come tali asset vengono gestiti.
Gli analisti Rebecca Mun e Mohamed Damak hanno osservato che Bitcoin rappresenta ora circa il 5,6% dell’offerta circolante della stablecoin. Tale allocazione supera il buffer di sovracollateralizzazione del 3,9% mantenuto da Tether, il che significa che le riserve potrebbero non compensare pienamente forti cali del valore di Bitcoin.
Gli analisti hanno affermato che, se i prezzi di Bitcoin dovessero scendere ulteriormente, combinati con ribassi di altri asset di riserva sensibili al rischio, il rapporto di copertura di USDT potrebbe scendere sotto il 100%, comportando un potenziale sottocollateralizzazione.
Perché è importante
Le stablecoin sono progettate per mantenere un prezzo stabile, tipicamente ancorato al dollaro USA, supportato da detenzioni come contanti o titoli di Stato a breve scadenza.
Il downgrade di S&P arriva in un mese volatile per Bitcoin, che si avvia verso la sua peggiore performance mensile dai turbolenti mercati del 2022.
Nonostante questo contesto, l’offerta circolante di USDT è aumentata di circa 1 miliardo di dollari a novembre, raggiungendo 184,4 miliardi di dollari, secondo i dati di CoinGecko.
S&P ha inoltre evidenziato preoccupazioni riguardo alla limitata divulgazione da parte di Tether.
Il rapporto ha sottolineato la scarsità di dettagli sulla solidità finanziaria di custodi e controparti, così come la mancanza di informazioni sulle pratiche di gestione delle riserve.
Ulteriori punti di debolezza includono l’assenza di segregazione degli asset a tutela dei clienti in caso di insolvenza dell’emittente e le restrizioni sul riscatto diretto di USDT presso Tether.
Ardoino ha inoltre affermato che i tradizionali framework di rating utilizzati per banche e istituzioni finanziarie sono “rotti”, sostenendo che in passato hanno assegnato rating elevati a società poi fallite.
Ha aggiunto che la struttura di Tether è progettata per operare al di fuori di quella che ha definito la “forza di gravità del sistema finanziario rotto”.
“Tether ha invece costruito la prima società sovracapitalizzata nel settore finanziario, senza riserve tossiche”, ha dichiarato, aggiungendo che l’azienda rimane “estremamente redditizia” e che le critiche riflettono il disagio proveniente dalla “macchina di propaganda della finanza tradizionale”.
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