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Il Sudafrica conferma l’allarme di Standard Chartered: 1.000 miliardi di dollari in stablecoin minacciano i mercati emergenti

1 ora fa
Il Sudafrica conferma l’allarme di Standard Chartered: 1.000 miliardi di dollari in stablecoin minacciano i mercati emergenti

La banca centrale del Sudafrica ha convalidato il severo avvertimento di Standard Chartered's, secondo cui gli stablecoin rappresentano una minaccia sistemica per i sistemi bancari dei mercati emergenti, poiché i token digitali ancorati al dollaro sostituiscono sempre più i depositi tradizionali nelle economie alle prese con la volatilità valutaria.

La South African Reserve Bank ha segnalato l’adozione di criptovalute e stablecoin come un nuovo rischio per la stabilità finanziaria nella sua Financial Stability Review semestrale pubblicata martedì, citando lacune normative che consentono agli asset digitali di aggirare le leggi sui controlli dei cambi. L’avvertimento arriva due mesi dopo che Standard Chartered ha previsto che fino a 1.000 miliardi di dollari potrebbero defluire dai depositi bancari dei mercati emergenti verso gli stablecoin nei prossimi tre anni.

Geoff Kendrick, Global Head of Digital Assets Research di Standard Chartered, e Madhur Jha, Head of Thematic Research, hanno identificato 48 paesi lungo un continuum opportunità-vulnerabilità, con Egitto, Pakistan, Bangladesh e Sri Lanka maggiormente esposti ai deflussi di depositi. I dati del Sudafrica ora forniscono prove concrete della tendenza su cui la banca aveva lanciato l’allarme.

Cosa è successo

I volumi di scambio in stablecoin in Sudafrica sono esplosi da 4 miliardi di rand nel 2022 a quasi 80 miliardi di rand (4,6 miliardi di dollari) nell’ottobre 2025, secondo i dati della SARB. Le tre maggiori piattaforme di criptovalute del paese – Luno, VALR e Ovex – ora servono 7,8 milioni di utenti registrati e detengono in custodia circa 1,5 miliardi di dollari a luglio 2025.

Gli stablecoin ancorati al dollaro hanno superato Bitcoin come coppia di scambio preferita sulle piattaforme sudafricane dal 2022, trainati dalla loro minore volatilità rispetto alle criptovalute tradizionali. Questo cambiamento strutturale è avvenuto mentre Bitcoin è sceso da oltre 126.000 dollari a inizio ottobre agli attuali circa 87.000, mentre Ether è calato di circa il 40% dal picco di agosto.

Herco Steyn, principale specialista macroprudenziale della SARB, ha affermato che il rischio deriva «dalla mancanza di un quadro regolamentare complementare e completo, che al momento non è possibile». In assenza di una regolamentazione esaustiva, le autorità non dispongono di un controllo sufficiente su questi mercati in rapida evoluzione, ha osservato nella review.

Gli analisti di Standard Chartered hanno dichiarato a BeInCrypto che «con la crescita degli stablecoin, riteniamo che vi saranno diversi effetti inattesi, il primo dei quali è il potenziale spostamento di depositi dalle banche dei mercati emergenti». Anche nelle economie ad alto rischio, tali deflussi potrebbero rappresentare circa il 2 percento dei depositi totali – una percentuale apparentemente ridotta che potrebbe comunque destabilizzare paesi già alle prese con valute deboli e disavanzi fiscali.

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Perché è importante

Il mercato globale degli stablecoin vale attualmente circa 304 miliardi di dollari, secondo i dati di DeFiLlama, con Tether che detiene 184 miliardi di dollari e USDC di Circle 61 miliardi. Standard Chartered prevede che il mercato possa raggiungere 2.000 miliardi di dollari entro il 2028, con circa i due terzi della domanda provenienti dai mercati emergenti.

L’esperienza del Sudafrica illustra come gli stablecoin funzionino come «conti bancari in dollari USA» per gli utenti dei mercati emergenti, permettendo loro di preservare il capitale senza fare affidamento sui sistemi bancari locali. La natura completamente digitale e senza frontiere di queste criptovalute consente agli utenti di aggirare i controlli sui cambi del Sudafrica, che attualmente non coprono gli asset digitali.

La SARB e il National Treasury stanno sviluppando regolamenti per portare le transazioni cripto transfrontaliere sotto supervisione regolamentare, con progressi attesi nel 2026. Tuttavia, Steyn ha avvertito che i ritardi «implicheranno che non avremo un controllo sufficiente», permettendo potenzialmente ai rischi di accumularsi senza essere rilevati.

La tendenza minaccia di accelerare la migrazione, iniziata dopo la crisi finanziaria, delle funzioni bancarie verso piattaforme digitali non bancarie. I paesi con doppi disavanzi – tra cui Turchia, India, Brasile, Sudafrica e Kenya – sono particolarmente vulnerabili a fughe di capitali alimentate dagli stablecoin.

Considerazioni finali

Standard Chartered ha sottolineato che l’adozione degli stablecoin probabilmente continuerà anche senza incentivi di rendimento, poiché «il ritorno del capitale conta più del rendimento sul capitale» per i depositanti nelle economie instabili. Il GENIUS Act degli Stati Uniti, che vieta agli emittenti di stablecoin conformi di pagare rendimenti diretti, mira a mitigare la fuga di depositi ma potrebbe non essere sufficiente a fermare l’ondata.

I responsabili politici dei mercati emergenti si trovano ora a dover bilanciare attentamente l’esigenza di favorire l’innovazione finanziaria con quella di prevenire rischi sistemici. L’avvertimento della SARB suggerisce che la finestra per implementare quadri regolamentari efficaci potrebbe restringersi man mano che l’adozione accelera e l’infrastruttura che sostiene le alternative digitali al dollaro si radica più profondamente.

La spinta regolamentare del Sudafrica nel 2026 potrebbe fungere da modello per altri mercati emergenti alle prese con sfide analoghe, sebbene l’efficacia di tali misure resti incerta data la natura intrinsecamente transfrontaliera delle criptovalute.

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Disclaimer: Le informazioni fornite in questo articolo sono solo a scopo educativo e non devono essere considerate consulenza finanziaria o legale. Conduci sempre la tua ricerca o consulta un professionista prima di investire in criptovalute.
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